Criptointesa - 20* puntata

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Immagine CC0 creative commons

"Girati e appoggiati al lavandino, che riprendiamo il discorso che non abbiamo fatto oggi, zoccola che non sei altro, ti faccio pagare lo schiaffone che mi hai dato."

Greta guardò con occhi infuocati mentre scendeva lungo il corpo di Fabrizio, fino a inginocchiarsi prendendo in bocca il suo membro, iniziando un forsennato pompino, 5, 10, 20 suzioni per tutta l'estensione della nerboruta verga, per interrompere la forte azione di pompaggio, andando ad abbracciare il lavandino come richiesto...

"Dai porco, fammi vedere se sei ancora buono a sfondarmi il culo, vediamo cosa sai fare, porco."

"Ho cambiato idea, mettiti a quattro zampe, giù, per terra, dove vedono stare le cagne come te, ti prenderò da sopra, come si accoppiano i cani, vogliono sentire i miei coglioni sbattere contro la tua figa sbrodolante..."

"Va bene porco, faccio come vuoi, non perdere tempo a cercare la vaselina, sputami direttamente in culo giusto un po' di saliva, voglio sentire il tuo cazzo che mi gratta le budella."

Greta assunse effettivamente la posizione richiesta, le formose natiche si aprivano leggermente, lasciando intravvedere il tanto agognato sfintere anale, Fabrizio non resistette alla tentazione di scendere a leccare ripetutamente tutta la zona del perineo, indugiando sul pertugio posteriore, finché non sentì tirare intensamente la pelle dell'uccello, si rialzò per poi appoggiare il glande contro allo stretto orifizio incominciando a premere sempre maggiormente, avvertì un primo cedimento, la punta era entrata, un attimo di pausa per fare riprendere e abituare Greta, poi all'improvviso un colpo deciso, in una sola bordata entrò completamente dentro di lei, che inarcò immediatamente la schiena, cercando la bocca con la bocca, le lingue perlustrarono avide le altrui cavità orali, nel frattempo il canale rettale si stava abituando e dilatando per meglio accogliere il generoso uccello di Fabrizio, Greta si staccò un attimo dicendo...

"Ok, sono pronta, voglio che mi riempi il culo con il tuo latte incandescente, ma perlustrami la figa con la mano, voglio raggiungere l'orgasmo con te..."

"Certo, lasciami fare...", così dicendo prese a molleggiare sulle gambe, afferrando per un fianco Greta, mentre la destra scendeva sul davanti, prendendosi cura della infuocata fichetta, indugiando sul clitoride, portando rapidamente all'ebollizione la donna, che mugulava impazzita per dolore/piacere della sodomizzazione e il sapiente ditalino che Fabrizio le stava facendo, l'uomo sentì prepotentemente salire l'eccitazione finale dai testicoli fino alla base del membro, la voce roca di Greta che diceva "Mandami in paradiso" diede il definitivo via, in pochi secondi la donna riversava caldi umori lungo le cosce e l'uomo esplodeva la sua consistenza vischiosa dentro al culetto di Greta, meravigliosamente deflorato dopo tanto tempo, rimasero così per un po', Fabrizio completamente dentro allo suo sfintere, appoggiato con l'inguine alle sue natiche, poi lentamente i corpi si divisero, Greta si rialzò abbracciando languidamente Fabrizio, lo accarezzò in viso, scendendo con la mano fino al membro ancora turgido eseguendo un paio di movimenti masturbatori, si ricomposero un attimo, poi all'improvviso....

"Sei mio, come il mio culetto è tuo...", disse Greta, guardandolo vide un cenno di assenso, aspettava una conferma che non arrivava, per cui chiese "Dimmi che sono tua..."

"Sei mia", ti affrettò a dire Fabrizio, ma Greta non era a posto, mancava ancora qualcosa, per cui fece un'ultima richiesta al suo uomo...

"Dimmi che sei mio, dimmelo...", guardandolo profondamente negli occhi, i loro visi erano distanti non più di qualche centimetro, Fabrizio sentì un brivido lungo la schiena e delle gocce di sudore scendere, sforzandosi di reggere lo sguardo disse, con una leggera indecisione..

"Sono tuo", ma il tentennamento della voce e gli occhi che guardavano (anche solo per un istante) altrove fecero avere un sussulto alla donna, la conferma che qualcosa o qualcuno era entrato nella vita di Fabrizio, l'amplesso anale aveva abbassato il muro che l'uomo aveva innalzato a protezione di quell'elemento di disturbo, un senso di rabbia mista a sconforto si addentrò nell'animo di Greta, doveva conoscere la causa di quello sbandamento, per capire se e quanto potesse essere in pericolo la sua unione....

Continua...

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Mizzica... Noi uomini siamo proprio dei pirla...
Basta un orgasmo e non capiamo più nulla.
Ora mi sa che sono cazzi amari... Altro che gelosia...

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Spero solo di non annoiarti/vi, la storia sarà ancora articolata, le vicende si intersecheranno parecchio, la risposta alla tua affermazione non può che essere sì, la concessione di un rapporto alternativo e desiderato ci rende effettivamente vulnerabili, te lo confermo per esperienze passate, se i nostri due neuroni vanno nella testina che abbiamo tra le gambe è finita per noi, intelligenza a 0, godiamoci almeno una consolatrice !BEER

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