Stiamo per essere schedati

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E ci siamo, la pacchia è finita come diceva un politico decaduto. Più che altro perché non è del tutto chiaro dove si andrà a parare, cioè per lo Stato Italiano gli Exchange non sono ancora stati focalizzati nella loro interezza.

Al momento si propende per un cambia valute, d'altronde il nome stesso lo direbbe. Salvo che questa operatività è davvero l'ultima tra quelle proposte. Insomma gli Exchange sono molto di più.

A breve quindi entrerà in Gazzetta Ufficiale l'obbligo di iscrizione, da parte degli Exchange, ad uno specifico registro degli operatori. Ma l'iscrizione, che prevede una tassa (vabbè) è la parte meno onerosa. Dato che poi è richiesta a cadenza trimestrale l'elenco dei clienti (presumo solo quelli italiani), il valore delle valute digitali, di valute legali (euro/dollaro) e del totale, in euro, del portafoglio, nonché tutte le operazioni di deposito e prelievo effettuate in quel periodo.

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Sarebbero quindi escluse le operazioni di trading, che a questo punto verrebbero desunte dai totali o variazioni degli stessi. Si tratterebbe a latere di un controllo sui famosi 51K per 7 giorni, che ora come ora sono impossibili da determinare.

La parte interessante è che dovranno aderire gli operatori, non sono solo italiani, ma anche quelli esteri che operano attraverso i siti web. Che a questo punto possono essere oscurati nel momento in cui questi non aderissero al registro. Da informatico mi è scappata una risata, perché questo già avviene per altre vicende, ad esempio l'oscurazione da indirizzi nazionali su siti che hanno subito quella che dovrebbe essere un ordine di chiusura o confisca da parte di un giudice.

Scappa da ridere perché il sistema è semplicemente ridicolo, i DNS server degli operatori italiani hanno una black list di nomi a dominio. Per altro i DNS dei provider fanno notoriamente pena, per cui ci si affida ad un Google o OpenDNS che ovviamente non sottostanno a nessuna censura, e sono più veloci. Ma anche fosse che bloccassero questi, farsi un DNS Server in proprio, siamo a livelli base di un sistemista alle prime armi.

E non abbiamo neanche scomodato le VPN...

Quindi sarà interessante vedere chi aderirà a questo registro e se lo stesso sarà pubblico, o verosimilmente il segreto da tenere gelosamente chiuso. Inoltre, visto che Binance vi aderirà, a questo punto viene automaticamente riconosciuto come operatore? Ovvero di fatto autorizzato ad operare con i suoi servizi tra i quali figurano leva e Futures?

C'è poi Hive, che non è un exchange. Più o meno, considerando che al suo interno c'è qualcosa di vagamente simile, tuttavia non ha un sistema di cambiavalute in euro, quindi non sarà interessato dalla questione. Però c'è il problema dei savings, che sarebbe persino peggio, in quanto potrebbe essere assimilabile ad una banca.

So già che qualcuno di voi sarà contrariato, ma questo è un segnale di maturità di questo settore. Non è che la cosa poteva rimanere nel mondo di nessuno a tempo indefinito. Oltretutto la norma italiana è una primizia, come per altro aveva già fatto sulle questioni fiscali, a livello mondiale. Sicuramente sarà copiata da tutti gli altri stati nel giro di un anno o poco via. Questo per dire che il legislatore italiano, o meglio le persone che lo compongono, non sono degli idioti come più di qualcuno crede.

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41 comments
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In Brasile la questione è già regolamentata dal 2018, anche se per ora si tratta solo delle exchange locali (ma Binance sta aderendo). Mi preoccupa però per come l'affare verrà gestito in Italia: conoscendo gli elementi al governo, statti a vedere che chiederanno a tutti voi residenti in Italia che fate uso di hive e compagnia (noise, publish0x, ecc.) di aprire parita IVA del cavolo perchè considerato business. Ovvio che c'era da immaginarselo, che il modo di cacciarvi le mani in tasca lo trovano sempre😡

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No ai burocrati non frega nulla di tutto questo. Vogliono solo regolamentare la cosa, che in effetti era anarchia pura.

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Meno male, l'importante che i burocrati non se n'escano con la p.IVA, che il fisco italiano vorrebbe che apriste pure per andare al cesso, detta alla spicciola (purtroppo serve pure per monetizzare un banalissimo blog, a causa della pubblicità, che per ovvie ragioni non compare sporadicamente). Quello che in Italia vi frega è la legge che fa leva sulla natura dell'attività svolta (quindi pagate una vergognosa IVA più gli onorari del commercialista anche se non guadagnate un solo centesimo per tutto il santo anno) anzichè sulle entrate effettive come negli USA e in altri paesi più seri dell'Italia. Certo, ricollegandomi al discorso spesa/risparmio, si capisce ancora meglio perchè negli USA non sono propensi a risparmiare: non devono affrontare tutte le paturnie italiche per mettersi in proprio. Perfino in Nigeria le attività online non sono tassate, pensa un poco (ma i colleghi dicono che presto lo saranno).

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No la visione che hai della p.i. è cambiata in Italia, c'è stata una forte deburocratizzazione, per cui le flat addirittura non hanno nulla a che fare con l'iva, cioè non la fatturano proprio.

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Come sarebbe? Devo essermi persa qualcosa, ma ho a tutt'ora amici alle prese con un'iva vegognosa da 4000 euro anche se non guadagnano niente. Quando c'è stato il cambio e come ha operato?

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Stai confondendo l'iva con le casse previdenziali che solo alcuni settori hanno. Nel caso della Flat tax chi emette fattura non mette proprio l'iva come voce, non c'è proprio. E non essendoci non deve ne versarla ne dichiararla.

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Meno male a questo punto, ma è una norma nuova, quella della flat tax?

Ps.: il portale fiscomania comunque continua a parlare di partita IVA per le prestazioni non occasionali,comprese quindi le attività sopra menzionate, perchè?🤔

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Si. il regime forfettario, conoscevo il pre-riforma (durava però tassativamente 5 anni e infatti i miei amici non rientrano), quando non c'era l'uscita ritardata.

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?! i 5 anni sono relativi al 5% poi si passa al 15%. Ma salvo cambiamenti la durata è a tempo indefinito. Chiaramente ci sono dei parametri di rientro, i 65K su tutti, ma quello mi pare logico.

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A chi però non è riuscito a guadagnare niente in tutto l'anno, il 15% comunque pesa, pesa😰

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Se ha guadagnato zero, il 15% di zero è zero. L'unico caso in cui ci sono costi fissi, sono i lavori che prevedono le casse previdenziali (artigiani, commercianti, ingegneri) ma per gli altri che stanno in gestione separata, se hanno guadagnato zero, zero devono dare.

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(Edited)

Ecco perchè ci va il commercialista (e quello purtroppo è un costo fisso). La disciplina è un ginepraio (grazie per le info). Allora è per questo motivo che i miei amici si lamentano: le loro attività prevedono veramente le casse previdenziali. Uno è commerciante e l'altro architetto. Quest'ultimo purtroppo vive in una regione che te la raccomando: lì dov'è lui si lavora e si ricevono commissioni soltanto a botta di amico o parente politico indica😡. Risultato: cassa architetti piuttosto cara al punto che ora si sta facendo cancellare dall'albo perchè sono anni che paga, paga e paga senza guadagnare niente🙄. Quanto ai webmaster, la grana è che (almeno da quanto ho reperito nei portali dedicati al fisco) la presenza degli ads attira l'attività nella natura del commercio, da lì i costi fissi. Se però hai qualche notizia che possa liberare i blogger e gestori di siti internet che li monetizzano con la pubblicità, postala pure che sarà di aiuto.

Ps.: aspé, ma il codice ATECO obbligatorio per i freelancer? Quello non aveva qualcosa a che vedere con la p. iva?🤔

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Non so bene il discorso ADS, ma se è inferiore ai 5000 euro anno non serve la partita iva, ma solo la ritenuta d'acconto come prestazione occasionale. Questo vale per tutti in realtà. Il codice ATECO serve per definire il limite forfettario in cui ricade la flat tax. Comunque con il forfettario il commercialista sono 300 euro l'anno, come detto è fortemente deburocratizzato, no dichiarazioni, no esterometro, no dichiarazioni e anticipi strambi.

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La questione dei 5000 euro ha a che fare con la gestione separata e non con l'IVA: di questo sono sicura a occhi chiusi. Purtroppo è la natura dell'attività che conta per la legge italiana, a differenza di quanto accade in paesi più seri. Siccome gli ads sono presenti 25 ore al giorno e 366 giorni all'anno, non può nè ora nè mai rientrare nella prestazione occasionale. Morale della storia: in Italia, dove i politici non fanno altro che studiarsi come mettervi le mani in tasca, per svolgere l'attività di blogger remunerato devi avere entrate di tutto rispetto (il che a parte Aranzulla e fenomeni simili è pressocchè impossibile, date le cifre ridicole che paga la pubblicità). Che poi parecchi riescano (o riuscivano) senza essere pizzicati dal fisco è un altro discorso (chissà in quanti a tutt'ora non sanno che si tratta di attività che va dichiarata, dato che la tecnologia corre più veloce del legislatore).

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Si, certe voci circolavano già mesi fa infatti mi sono portato avanti, non faccio movimenti su CEX da vari mesi e spero che i miei conti vengano chiusi, anche se ho già fatto il KYC.

Se anche dovessero stare aperti, sono vuoti e senza volumi da parecchio tempo, bisogna capire a che periodo le segnalazioni faranno riferimento. Mi auguro che non si vada troppo indietro, visto che in Italia è un attimo creare mazzate retroattive.

Fatto sta che, in realtà, questo fatto risolverà ben poco secondo me, staremo a vedere.

Ci sono ancora tanti strumenti per uscire in Fiat senza passare dai CEX, sempre che si voglia realmente uscire in Fiat. Per quanto riguarda i 51k, quel riferimento è stato smontato e rismontato varie volte ormai.

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Della presenza del KYC penso sia del tutto irrilevante. Circa il pregresso non credo proprio sia fattibile tecnicamente, faranno dal momento in cui va in vigore la legge. Il casino sono le volatilità dei portafogli vs dichiarazioni. Cioè tu dichiari di avere X al primo gennaio, ma poi durante l'anno le cose possono cambiare in modo drastico. Questa cosa a seconda degli enti coinvolti e con il rischio di regolamenti conflittuali tra loro, potrebbe generare pericolose storture.

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Mi auguro sia così, in questo modo sto tranquillo, visto che ormai si può fare tranquillamente a meno dei CEX. Lascio inattivi i conti che ho verificato e vedo un po' che succede. L'inattività è una buona scappatoia in questi casi.

Per quanto riguarda la questione della giacenza media, presto ci si accorgerà di quanto sia poco sensata e si contraddica su vari aspetti. Uno dei maggiori esperti a riguardo dice di indicare solamente quanto investi e quanto prelevi in Fiat, visto che tutto ciò che succede all'interno della blockchain non può essere verificato.

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Si di fatto la legge italiana sul capital gain prevede proprio quello. Il 26% lo paghi quando da cripto (quindi anche stable) si trasforma in Euro. Al netto di perdite che possono essere detratte.

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Esatto, quindi capisci bene che non ha senso stare a parlare di giacenza, perché i conti si fanno quando io torno in euro. Questo comportamento causerà solo disordine e confusione, perché i metodi per evitare questi controlli stanno aumentando anzi che diminuire. Per questo motivo sarà ora che i legislatori decidano se sia più conveniente prendere molto da poche persone o poco da tutti.

Prendere molto da pochi porterà a ridurre anche la piccola porzione. Prendere poco da tutti aiuterà a ridurre le scappatoie, infatti tutti preferiscono pagare pur di stare sicuri rispetto al non pagare per stare col dubbio.

Personalmente so bene quali siano i canali sicuri e quali, per cui continuerò ad aspettare che ci sia chiarezza, perché in Italia paghi pure gli errori, la buona volontà non ha alcun valore.

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La giacenza dei 51K non è correlata al capital gain o al trading. Sono due situazione diverse. Di fatto è una legge che tende conoscere chi ha ingenti capitali all'estero. Sopra i 51K infatti si devono pagare le imposte di bollo e una piccola tassazione. Che poi sia iniqua sono d'accordo con te, infatti le due cose finiscono per collimare nel caso di un Exchange. E' più il casino burocratico che l'impegno economico da versare, tuttavia è proprio il primo da cui derivano le rogne. Perché poi purtroppo nel caso del fisco l'onere della prova è sempre e solo a carico del contribuente.

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Hai ragione scusa, io stavo parlando solo del RW non del RT.
Per quanto riguarda RT, paghi 26% sul prelievo totale e tagli la testa al toro! 😜
Dipende da quanto hai voglia di sbatterti a calcolare il centesimo e quanto valuti il tempo sprecato a cavarne piede.

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Se non ho capito male il 26% lo paghi quando tiri fuori. Cosa che ad esempio farebbe per te un exchange italiano, al pari di un broker. Per uno estero lo devi fare da solo (non che ci sia questa gran difficoltà, un F24 e via). Chiaramente si sta parlando di quello che potrebbe essere un trader professionista. Sulla deduzione concordo, dipende da quanto poi convenga farlo. Se sono spicci meglio lasciar perdere, pagare il 26% e far trasparire una condizione diciamo "matematicamente" più semplice per tutti. Ci sono poi le carte di debito correlate al conto sull'exchange. Di cui li ammetto di non averci capito una beata mazza. Secondo me dovrebbe esserci pure li il capital gain, però boh... da quel che ho potuto sentire, pare che la gente se ne sbatta.

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Questo per dire che il legislatore italiano, o meglio le persone che lo compongono, non sono degli idioti come più di qualcuno crede.

Vedremo quello che succederà ma spesso quando mettono mani fanno casino perchè pensano prima a mettere le tasse e poi a conoscere la materia.

Sono d'accordo che regolare possa essere un bene ma fatto nel modo giusto e io vedendo alcune passate regolamentazioni ad esempio sugli exchange di trading sportivo che solo il TAR ha rimosso perchè di fatto non erano regolamentazioni ma ammazza settore non stò proprio tranquillo perchè spesso chi fa queste regolamentazioni ne sa molto ma molto meno dell'ultimo iscritto su Hive :)
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@tipu curate

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Nel caso dei politici sono d'accordo, quelli sono delle capre ma non solo in questo settore, basta vedere la gestione del covid. Nel caso però dei funzionari di Stato la musica cambia del tutto. Poi chiaro se il politico fa una legge idiota, il funzionario è costretto a seguirla. Motivo per cui spesso sono sviliti anche loro stessi, sono consapevoli di fare minchiate loro malgrado.
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Esattamente hai colto quello che volevo esprimere con il mio commento. In italia ci sono tanti funzionari e tecnici davvero bravi ma il problema è che devono sempre assecondare il politico di turno che spesso è specializzato in una materia anni luce lontano dal settore che deve gestire... sembra quasi che in Italia bisogna essere ignoranti in una materia per poterla gestire....per la serie...avvocati all'istruzione, giudici allo sport, sportivi all'economia, medici alla giustizia, letterati ai settori informatici 😂😃😃
Se incominciassimo ad avere politici-tecnici che hanno conoscenza del ministero/ufficio/settore a cui sono posti tutto funzionerebbe decisamente meglio...
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E' quello che sta succedendo, di fatto i politici stanno fallendo a rotazione continua e arrivano i tecnici (Draghi). C'è però il fatto che già prima questa cosa era nota, perché spesso (non sempre) quando viene fatta la legge deve prima essere vagliato il decreto attuativo. Fatto da tecnici/funzionari dei Ministeri interessati. Succede talvolta che il regolamento dice il contrario della legge.
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@tosolini al di là delle conclusioni giuste tratte già da te e da altri commentatori, aggiungo solo un paio di osservazioni:

  1. la nuova pseudo-regolamentazione (pseudo perché prova a regolamentare un mondo fatto apposta per sfuggire alla regolamentazione), dovrebbe valere non tanto per gli italiani quanto per i residenti fiscalmente in Italia, siano essi italiani o marziani (e fra essi ci sono molti italiani residenti anagraficamente all'estero inconsapevoli, più o meno incolpevolmente, della differenza fra residenza anagrafica e fiscale).

  2. Hive è potenzialmente anonimo e decentrato. Voglio quindi vedere come vorranno metter le mani in wallet anche dei fiscalmente residenti in Italia, sempre che non siano loro a permetterlo di spontanea iniziativa. Anche il nome indicato in chiaro eventualmente corrispondente non è assolutamente utilizzabile come prova: domani potrei aprire un account a nome di Mario Draghi ;)

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@garlet ci starebbero, non nominati ancora, i DEX e la DeFi in generale, o gli NFT. Per cui la velocità del legislatore comunque vada è inferiore al tempo reale. Però i DEX ad oggi sono stati un flop, la DeFi non è trading ma semmai altra roba ancora. In ogni caso non sottostimate lo stato, siccome sono statali si tende a credere che non abbiano voglia di fare. Falso, ci sono pubblici ufficiali molto preparati anche in questo settore. Semmai sono i politici a non capire una mazza. Su Hive vero che non ci stanno gli IP, ma andare a cercare pagine scritte in italiano, vedere i wallet che sono pubblici e chiedere ai provider chi accede a Peakd o Hive.io non è proprio fantascienza. Ho assistito a svariate demo di tech company in ambito sicurezza che riuscivano a tirare fuori le cose più assurde e impensabili. E a quelle demo come c'ero io c'erano anche ufficiali di polizia. La Blockchain è una delle cose più trasparenti che si possano trovare.

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p.s. giusto per non spaventare poi chi già ci sta o vorrebbe entrare in Hive, realisticamente questa Blockchain su Coin Market Cap sta in culo alla balena nella classifica, per cui non ci cagherà nessuno per quattro spicci.

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Parlo di questo da quasi dieci anni, da quando conosco e possiedo bitcoin. All'epoca la comunità di critto-possessori era strettissima, in particolare in Italia: non so se eravamo un centinaio in tutto.

Sono sempre più convinto di due cose:

  1. più lo Stato, qualsiasi stato, in particolare quello italiano che è più vampiro degli altri, cercherà di metter le mani nei wallet e più si favorirà l'imboscamento delle crittovalute: si creeranno filiere sempre più lunghe di persone che si scambiano crittovalute al posto di banconote anche per gli acquisti ed Hive grazie alla velocità della transazione (è da vedere come reggerebbe un aumento di operazioni) e costo zero della stessa sarebbe perfetta alla scopo, anche e soprattutto in virtù del potenziale anonimato. E' vero che la blockchain è trasparente, ma esistono metodi per anonimizzarla ed aumenteranno coloro che impareranno ad usarli: non è che in Cina abbiano smesso di usarle ora che sono vietate.

  2. Strettamente connesso con la conclusione del punto precedente: gli Stati sempre più frequentemente renderanno le crittovalute fuorilegge. A farlo saranno in particolare quegli Stati che oggi hanno una politica monetaria più o meno indipendente e su cui possono far leva per controllare economia e di conseguenza persone. La Cina è stata praticamente la prima ma la realtà dimostra che vietare le crittovalute non ne impedisce la circolazione e l'uso come d'altra parte, la Storia insegna, il proibizionismo non ha mai avuto successo con nessuna merce.

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Il tentativo di blocco è stato fisiologico, come poi è già avvenuto molte altre volte in altri settori correlati alla rete. Penso che questo passaggio sia già oggi superato. Dalla negazione al ban si sta passando alla regolamentazione, per arrivare, e in Europa ci stanno già lavorando, ad una inclusione. Che in realtà esclude però gli attori attuali, o meglio tenterà di renderli poco attraenti, attraverso la facilità d'uso o altri sistemi. Pensiamo alle serie tv, inizialmente era la pirateria a farla da padrone. Tentativo di ban mai riuscito, poi l'inclusione. Oggi i vari provider li vendono ad un prezzo ragionevole, per cui la pirateria ancora c'è, ma sono rimasti in 4 gatti, fosse solo la rottura di balle vs semplicità d'uso. Io la vedo allo stesso modo per le cripto valute. Poi la Blockchain sappiamo essere un sacco di altre cose.

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