Lunga vita al diesel

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Nella calura estiva il Ministro dell'ambiente Costa ha annunciato l'intenzione di voler combattere il diesel. E lo fa alla solita maniera, ovvero mettendo più tasse. Progressivamente aumentando il costo delle accise sul diesel per farle arrivare al pari di quelle sulla benzina. A quanto pare sul sito del ministero ci sarebbe stato un sondaggio aperto ai cittadini, in cui si chiedeva se questa cosa fosse gradita o meno. Ebbene hanno votato in 300 (saranno stati spartani), segno che della cosa ne erano a conoscenza 4 gatti. Ed hanno votato a favore delle tasse... curiosa sta cosa..

Gli introiti derivati da questi nuovi gettiti dovranno andare all'incentivazione delle motorizzazione ibride o elettriche. Da un certo punto di vista può sembrare una buona notizia, in realtà non lo è affatto.

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Image by David ROUMANET from Pixabay

Innanzitutto la mobilità in Italia, proprio per scelta dei governanti e in modo del tutto trasversale sul piano politico, per decenni è stata pesantemente incentrata sul trasporto via gomma. I trasporti pubblici (per altro la maggioranza su gomma pure loro) non sono mai stati adeguati o potenziati, favorendo di fatto il trasporto sia di persone che di merci, sulle autostrade come colonna portante dell'economia.

Dalle mie parti c'è una piccola cittadina industriale con annesso un porto, il cui trasporto delle merci potrebbe andare sia per facilità che per distanza al porto di Trieste via mare. Ma incredibilmente questo non succede, il 90% avviene su camion.

Quindi per chi fa quei 5000 km al mese in autostrada o su statali, l'elettrico o l'ibrido sia per costi gestionali, cioè il carburante, sia per costi di manutenzione, non conviene per nulla. Anche a parità di costo con la benzina, visto e considerato che lo stesso mezzo, quindi con la medesima resistenza aerodinamica, lo stesso peso, il diesel consumerebbe circa un 20% in meno. Nel caso di un ibrido la parte elettrica sarebbe totalmente inutilizzata, quello elettrico avrebbe enormi problemi a livelli di tempi morti e approvvigionamento.

C'è poi il discorso dell'inquinamento. Dopo il diesel-gate della Volkswagen è partita una curiosa campagna trasversale, che ovviamente vedeva l'avvallo delle case produttrici se non addirittura un loro preciso volere, sul mettere al bando il diesel perché è il male assoluto. Perché fare questo? Perché un diesel ha una durata maggiore rispetto ad altri sistemi. Una vita di una vettura diesel arriva normalmente a 200.000 km, mentre quella benzina specie con i motori depotenziati moderni, fanno fatica a superare i 100.000. Tradotto, il vecchio metodo della senescenza programmata per poter vendere di più.

Già, ma l'assunto che il Diesel inquina di più, chi lo ha certificato in modo definitivo? Gli studi tecnico scientifici sono diametralmente opposti, ovvero ci sono pubblicazioni che smentiscono altre pubblicazioni. Se guardiamo alle famose direttive EURO 4-5-6 di fatto la 5 e la 6 certificano che il diesel non inquina, visto che i valori tecnici sono rimasti invariati. Non parliamo poi dell'impronta ambientale indotta, ovvero quanto inquina raffinare la benzina rispetto al diesel?

Insomma pare chiaro che per l'ennesima volta l'argomentazione "green" è una solenne puttanata. Nel momento in cui "green" fa rima con vantaggi fiscali o economici, sono tutti ambientalisti, come cambia la direzione del danaro si cambia velocemente "casacca".

Declamare il requiem del Diesel sarà pericolosissimo per l'Italia. L'aumento di pochi centesimi al litro equivale ad una detonazione amplificata sui prezzi. Aumentano i costi dei trasporti, aumentano i costi delle merci e di conseguenza cala il potere di acquisto della gente. Il Ministro dell'economia non ha nulla da dire in proposito?



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