Continua il Fungi-Party [Fotostoria]


This is the ITALIAN TRANSLATION of the ORIGINAL POST in ENGLISH

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Questo post è la traduzione italiana del POST ORIGINALE in lingua INGLESE pubblicato in occasione dello scorso #FungiFriday. Fungi Friday è una semplice iniziativa a cui puoi aderire pubblicando un post in tema funghi: foto, racconti, quello che hai a disposizione, basta che riguardi funghi. La community di riferimento per il mio post è la Fungi Lovers community, dai un'occhiata se ancora non la conosci, sopratutto se le muffe sono un tema ricorrente nelle tue abitudini di lettore o scrittore.

Il mio post è essenzialmente una raccolta di foto scattate durante una gita sulle montagne che attorniano la città in cui vivo. Ho raggiunto il posto poco meno di due mesi fa, facendo una scampagnata nel bosco: come al solito non ho trovato funghi commestibili, giusto qualche nanerottolo che ho deciso di lasciare dov'era. Ho invece raccolto qualche castagna lungo la strada, nonostante la stagione della raccolta dovesse ancora arrivare: sono riuscito a riempire un microscopico sacchetto prima di tornare a casa, appena sufficiente per cucinare qualche castagna bollita.

Ma... andiamo al sodo.

Ho scattato le foto con il mio smartphone, quasi sempre in modalità automatica. Ho poi lasciato le foto in archivio, per rispolverare il tutto alcuni giorni fa, scegliendo quelle accettabili e ritoccando i colori e le esposizioni grazie a una suite grafica open-source: se voleste provarla, potete trovare maggiori informazioni QUI.

Non conosco la stragrande maggioranza dei funghi ritratti, quindi ci tengo a sottolineare di non considerare questi funghi commestibili e di non raccogliere o mangiare mai specialità di funghi che non conosci. Vediamo una carrellata iniziale delle foto ottenute.

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E finalmente ho trovato un fungo che conosco: o meglio, qualcosa di molto simile. Non ne ho l'assoluta certezza, perciò vi invito a non raccogliere funghi del genere se non siete sicuri della loro natura. Dalle mie parti la chiamano Mazza di tamburo. È un fungo commestibile, ma non ne sono un amante. Spesso l'ho visto cotto su padelle o gratelle alla stregua di una fetta di carne, e condito con sale, olio, limone, e spezie.

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Il suo nome, mi sembra di capire da una ricerca sul web, sarebbe Macrolepiota Procera.
Si tratta di un fungo a cui prestare mooolta attenzione: esistono delle specie, una in particolare, fortemente tossiche e dall'estrema somiglianza. Uno dei metodi utili a riconoscerli - e che mi hanno insegnato fin da piccolo a scuola - è l'orientamento dell'anello presente sul gambo, poco sotto il cappello del fungo: in questa particolare specie, l'anello si apre ed è quindi rivolto verso l'alto. Una specie simile ma anche estremamente tossica è l'Amanita Phalloides, un fungo che contiene alfa-amanitina, un vero e proprio veleno per l'uomo. Si differenzia di solito abbastanza bene, a causa dell'assenza di macchie evidenti sul cappello, al contrario di quelle abbondanti sulla Mazza di tamburo.

Un secondo tipo di fungo velenoso dall'aspetto simile che ho scoperto sul web è invece quasi del tutto identico alla mazza di tamburo, specialmente se piccola e giovane. Cercando notizie, ho trovato esperti che parlano di due caratteristiche fondamentali che permettono di differenziarli:

  • il gambo, molto zigrinato nella mazza di tamburo, liscio oppure composto di lunghe rugosità rettilinee nella specie velenosa;
  • la carne del gambo: se tagliata, la carne della mazza di tamburo rimane bianca, mentre vira al giallo-arancio nel caso della specie velenosa.
    Insomma: prestare attenzione!

Il resto dell'articolo è una seconda carrellata di foto tra quelle scattate. Vediamole assieme.

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E con questo, termino il mio post. Spero che vi sia piaciuto o perlomeno non vi abbia annoiato. Prossimamente pubblicherò un post con le immagini in bianco e nero, per dare un tocco più creativo a questa mia parentesi. Nel frattempo, un saluto e una buona giornata. :)



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