dark Youtube

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Stavo guardando un video del buon Marco Casario, youtuber, trader, divulgatore eccetera. Ad un certo punto fa un video in cui si scusa, di cosa? di dover mettere le pubblicità, e sottolineo il verbo dovere.

Infatti è saltato fuori, sempre nelle solite modalità pseudo-carbonare simil gossip, che Google si sarebbe svegliata "lato suo". Avevo giusto scritto un post qualche settimana fa dove gli utenti a fronte del calo delle entrate pubblicitarie, cosa per altro ampiamente prevedibile se guardiamo i blog e quello che è successo con Adsense, utilizzavano Youtube come vetrina per veicolare servizi verso altre piattaforme. Chiaramente a pagamento.

La soluzione è stata banale quanto interessante. Solo i video che sono monetizzati vengono mostrati nelle bacheche degli utenti, nei consigliati e possono andare in tendenza. Questo spiega il motivo per cui in queste settimane la bacheca sia cambiata nel tipo di contenuti, per altro andando stranamente a proporre vere e proprie robe di antiquariato come video di 10 ed oltre anni fa.

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Image by Tymon Oziemblewski from Pixabay

Il risultato è che se non vuoi finire in una sorta di "dark youtube" dove solo se hai i link diretti potrai vedere determinati contenuti, devi attivare la monetizzazione. Casario ha dimostrato la sua serietà e professionalità, ma personalmente non avevo dubbi, che le revenue dalle pubblicità saranno donate a enti benefici.

Ancora una volta il social sembra gestito "amiocuggino". Sembra un aereo dove per farti entrare ti dicono "è semplice, prendi velocità e l'aereo decolla". Poi quando sei in volo scopri che tutti i passeggeri sono piloti che cercano di capire come volare, anche perché le istruzioni di fatto non ci sono. Mentre la compagnia e i controllori di volo sembrano occuparsi di tutt'altro. "Premi quel pulsante, ho sentito dire che si va più veloci"; "tirando la levetta siamo più stabili, l'ho sentito dire da qualcuno". Fonti? certificazioni? prove? boooh e la cosa assurda che poi tutte queste dicerie sembrano avere un riscontro. Chiaramente in questa specie di radio-patacca ci si può infilare qualcuno che dice una boiata assurda, tipo non si può nominare il nome del codid invano, che partono video surreali. Immaginatevi uno che fra 10 anni vede, come succede a me oggi per i video di antiquariato, tizio che parla di una cosa dove ci sta il beep ogni due secondi, cosa diavolo penserà.

Sempre che fra 10 anni esista Youtube, mi pare che al di là del brand tutto il resto sia in sottrazione dei content creator che si stanno già oggi scassando i cosiddetti di questa mala gestione.



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7 comments
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Solo i video che sono monetizzati vengono mostrati nelle bacheche degli utenti, nei consigliati e possono andare in tendenza.

Esattamente, motivo per cui è molto difficile uscire dalle cerchie per un canale neonato, la differenza rispetto un paio d'anni fa dov'ero in attività si nota parecchio.

L'obiettivo di big tech rimane il profitto e non si può certo biasimare, ma chi ne paga le conseguenze è sempre l'utente che anche se propone ottimi contenuti non ottiene la visibilità che merita per il semplice fatto che non consente pubblicità sui video.

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Concordo. Chi era dentro inoltre vedrà ridursi sempre di più i guadagni, ovviamente a discapito della qualità generale e della voglia di fare.

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Conta sempre di più e solo il Dio denaro...purtroppo...
Ottimo articolo @tosolini
!BEER

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Beh Google campa di quello, e campa piuttosto bene direi. Ma i tempi di "dont be evil" sono tramontati da un pezzo anche per loro.

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